
Chiesa di San Lorenzo a Torrice
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INDICE
Le origini da un’antica abbazia
Dall’aspetto solenne ed esempio di elegante barocco, la Chiesa di San Lorenzo si trova in via Aspromonte, alle spalle del Municipio di Torrice e proprio nel cuore del centro storico.
Le notizie sull’epoca della sua costruzione sono incerte. Certamente si trovava in un luogo diverso. Una carta pontificia, firmata da Onorio III risalente al 1.119, precisa che apparteneva alla Diocesi di Veroli.
Nel 1700 viene acquistato da privati il terreno adiacente l’attuale via Aspromonte per costruire una chiesa nuova. Probabilmente il luogo di culto originario, che era un’abazia, non si trovava in buono stato. I lavori sarebbero iniziati nel 1755 su progetto dell’architetto Domenico Palazzi e con materiale recuperato dalla demolizione della vecchia chiesa e blocchi di pietra provenienti dalla vicina Arnara. Si misero al lavoro uomini e donne debitori con questa chiesa, portando sulle spalle o sulla testa il materiale edilizio.
C’è un portone in pietra sul lato destro sul quale è incisa una data significativa per la chiesa di San Lorenzo: MDCCLVIII è la data in latino scolpita sulla chiave di volta in pietra del portale che probabilmente sta ad indicare l’ultimazione dei lavori ovvero 1758. La nuova chiesa venne eretta partendo da via Sotto Versa attuale via Cavour, a via Sopra Versa attuale via Aspromonte. Nel piano seminterrato c’erano due ampi locali con due ingressi distinti e da considerare come cripta. Uno venne usato in parte come luogo di sepoltura dei defunti che venivano calati attraverso una botola. La restante parte, quella più ampia, venne utilizzata come oratorio e luogo di riunione prima dalla Compagnia del Carmelo e poi, disciolta questa, dalla Compagnia di San Sebastiano che curava la manutenzione della chiesa. Nel giorno dei Morti, fino al 1900, le persone omaggiavano i defunti portando qui lumini e fiori.
Dalla cripta alla cinema-teatro e la ricostruzione post bellica
E’ il gennaio 1940 quando l’abate Egidio Vincenzi, parroco della chiesa di San Lorenzo di Torrice, affida al geometra Francesco Saverio Pallegrini di Sonnino “l’incarico per la redazione di un progetto di sistemazione dei locali sottostanti alla chiesa di San Lorenzo per adibirli a sala per cinema-teatro da mettersi a disposizione delle organizzazioni cattoliche e del PNF di Torrice” (Partito Nazionale Fascista) come si legge nella relazione del tecnico. Nel documento è descritta la struttura costruita in muratura ordinaria a pietrame calcareo, le misure e il progetto che prevede 86 posti a sedere. Inoltre, è precisato che “le lesioni provocate dal terremoto del 1915 non presentano ulteriori movimenti perché le spie messe a suo tempo dal Genio Civile sono rimaste intatte”. Il cinema teatro parrocchiale viene chiamato “Famiglia”.




La chiesa di San Lorenzo ha subito molti danni nel tempo. La cupola è stata danneggiata da un temporale si presume nel 1826, poi lesionata dal terremoto di Avezzano nel 1915 e quindi ricostruita. E ancora afflitta da un infortunio mortale durante dei lavori e non si è salvata dalla pioggia di bombe della seconda guerra mondiale. E’ sempre il parroco Don Egidio Vincenzi a richiedere i lavori di restauro la cui necessità viene comprovata da una perizia del Genio Civile. Nell’ottobre del 1953 il parroco si rivolge al Ministero dei Lavori Pubblici per descrivere lo stato dell’edificio: “La Chiesa parrocchiale e annessa casa parrocchiale sita nel Comune di Torrice via Aspromonte, a seguito degli eventi bellici ebbe a soffrire gravi danni al tetto, alle volte in muratura, ai pavimenti e soffitti e alle strutture portanti. La casa parrocchiale invece rimase completamente distrutta” si legge nella sua lettera. Il parroco aggiunge che con mezzi propri aveva apportato riparazioni di fortuna per evitare danni maggiori. Alcuni muri perimetrali vennero rinforzati, ma dopo alcuni anni la stabilità del tetto e delle volte in muratura cominciò a cedere tanto che le autorità comunali ordinarono la chiusura della chiesa. Nel novembre del 1953 il Provveditorato alle Opere pubbliche per il Lazio approva la perizia di riparazione della chiesa di San Lorenzo di Torrice pari a 9 milioni e mezzo di lire e lo comunica al Genio Civile. I lavori vengono affidati nel febbraio del 1954 all’impresa di Benito Stirpe attraverso una gara al massimo ribasso e terminano nel novembre successivo.



La rara pianta a croce greca
Lo stile della chiesa di San Lorenzo è un’esplosione di barocco, ricco di ornamenti e decori in stucco in ambienti in cui la luce guida lo sguardo. La pianta a croce greca con la copertura a cupola è una rarità in provincia di Frosinone. Originale è la facciata non rettilinea ma convessa verso l’esterno con quattro pilastri sporgenti che poggiano su basi di pietra arnarese. Maestoso il portale in pietra marrone scuro che spicca sulla parete neutra. E’ l’elemento architettonico più in vista all’esterno dell’edificio di culto. La porta è alta 4,20 e larga 2,10 metri. Il campanile si ode, ma è defilato.
L’interno è un fiorire di decorazioni e opere finissime di artigianato e d’arte. L’altare maggiore, dedicato al Santissimo Sacramento, mostra ricchi fregi in stucco e gesso. Sappiamo che gli stuccatori furono Bernardino Sensini e Giacomo Simonetti, capo mastro Pietro Bozzolini. Nel 1971 venne costruito un nuovo altare in modo che il sacerdote potesse guardare verso i fedeli durante la celebrazione della messa e a tale scopo vennero demoliti la mensa e l’alzata posteriore.
Sopra l’ingresso della chiesa di San Lorenzo si apre il palco dell’orchestra, interamente in legno, opera del falegname Giuseppe Kofler tedesco residente a Strangolagalli, lo stesso artigiano che eseguì i lavori in legno nella chiesa di Trisulti.
Ancora più in alto, leggibile è la lapide in marmo bianco sulla quale sono state scolpite delle frasi in latino che indicano:
Questo tempio, consacrato a San Lorenzo,
a causa della deformità dell’antico edificio e del desiderio del popolo (frammento mancante),
fu iniziato per ordine e sotto gli auspici dell’Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor Pietro Saverio Antonini,
allora Vescovo,
portato avanti con le offerte dei luoghi pii,
e sotto il felice e fausto ingresso dell’Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor Giovanni Battista Jacobini,
Vescovo di Veroli,
ornato e rapidamente completato
nell’anno quarto dalla posa della prima pietra,
a gloria della fede dei cittadini.Si mantenne integro.
1761

Un luminoso barocco e i preziosi dipinti
L’edicola centrale dietro l’altare è la lussuosa cornice di un grande quadro raffigurante San Lorenzo e un lunotto con la tela della Madonna dell’Assunta, attorniati da cherubini scolpiti. Sono dei pregevoli dipinti a olio su tela risalenti all’ultima decade dell’800. Sono stati collocati nella stessa epoca, i dipinti in formato ovale ai lati: a destra San Benedetto e a sinistra il ritratto di Papa Pio V.
Dietro l’altare un tabernacolo a tempietto di fine Ottocento, in marmo sagomato e sormontato da globo e croce apicale.
Molto elaborate e luminose le edicole che si trovano in posizione centrale rispetto alla navata e ai lati di questa, con colonne che partono dal pavimento e sorreggono un timpano. Un trionfo di foglie, fiori e riccioli e ancora cherubini nel tipico stile barocco, per celebrare immense figure sacre.
Sulla destra, si erge una pala d’altare che ritrae il martirio di San Sebastiano. Il santo è trafitto dalle frecce, così venne ucciso infatti il militare romano che si convertì alla fede cristiana. Visse dal 256 al 288 dopo Cristo. Il quadro è un dipinto a olio su una tela di 3 metri di altezza e un metro e 60 centimetri di larghezza. Notevole e in buona conservazione la pittura. L’opera è risalente al 1600, una delle più antiche a Torrice.
Sopra San Sebastiano un fregio fa da cornice all’immagine ovale di Sant’Agostino, pittura sempre a olio di fine ottocento.
Sul lato sinistro, si staglia sulla parete un’altra cappella ornata in abbondanza e con decori molto simili. Nel fregio sovrastante, l’ovale di San Gregorio dipinto con un putto. La tela è stata collocata presumibilmente tra il 1840 e il 1860. Sotto la statua di Sant’Antonio con il bambinello in braccio a cercare di colmare il vuoto lasciato da quello che doveva essere il posto di un altro dipinto.

I capolavori scomparsi
Il dipinto scomparso si trovava sul lato sinistro della chiesa di san Lorenzo ed è citato in una pubblicazione della Pro Loco di Torrice risalente al 1988 che accompagnava una mostra fotografica antologica e in una relazione contenuta negli atti del terzo convegno di studi storici torriciani del 1989. Nella pubblicazione e nella relazione, è menzionato il dipinto raffigurante la Madonna del Carmelo (attribuibile al Cavalier d’Arpino) che però non è più ammirabile. Presente nel Catalogo dei Beni Culturali con una apposita scheda che colloca la sua realizzazione negli ultimi dieci anni del 1800, è dichiarato oggetto di furto. La scheda è stata compilata nel 1994. Davanti alla parete bianca è stata posta la statua di Sant’Antonio con il bambinello in braccio.
Stessa sorte per due acquasantiere che da un’analisi stilistica risalgono alla prima decade del 1600. Sculture in marmo pavonazzetto alte un metro e appese ai lati dell’ingresso attribuibili allo scalpellino mastro Bernardino Di Giacomo di Lenola, e che ora non ci sono più.

FONTI
“Torrice ieri e oggi”. Guida alla mostra fotografica antologica a cura di Marco Ranalli e Paolo Emilio Tosti – 26 marzo 1988
Torrice. Dall’epoca del Cardinal Mendoza a quella dell’abate Galiani (sec. XVII – XVIII) – Terzo convegno di studi torriciani – Atti del convegno tenutosi il 21 maggio 1988 – Comune di Torrice editore 1989 – Relazione di Guido Arduini “La Chiesa di San Lorenzo in Torrice”
Archivio di Stato di Frosinone – Fondo Genio Civile A.C. (autorizzazioni a costruire) Busta 1/A e OOPP (opere pubbliche) Danni di guerra Busta 241
Diocesi di Frosinone Veroli e Ferentino – Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici e l’Edilizia di culto