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Chiesa di Santa Lucia a Torrice

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INDICE

La chiesa di Santa Lucia

La chiesa di Santa Lucia è una delle più antiche di Torrice. La sua origine è collocabile tra il XII e il XIII secolo. Si trova nell’omonima piazza adiacente a Palazzo Ciampelletti di cui un tempo faceva parte. Era di proprietà dei Certosini di Trisulti che a Torrice avevano una grancia ovvero un deposito di grano e sementi.

Nel corso degli anni la chiesa è stata oggetto di diversi rifacimenti, in particolare il campanile. Alla semplicità architettonica dell’aspetto esterno, rispondono interni arredati in stile tardo barocco. Si sviluppa su un’unica navata con pilastri in stucco forse contenenti le antiche colonne in granito che sorreggono la volta dipinta in chiaroscuro. Drappi, fregi, riccioli e motivi floreali sono decorazioni diffuse. Al centro dell’abside si erge l’altare maggiore con la nicchia dedicata a Santa Lucia, martire cristiana di Siracusa uccisa durante la grande persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano nel 304 dopo Cristo. La vergine è invocata come protettrice della vista per l’origine del suo nome, Lux in lingua latina ossia luce.  Davanti all’altare un crocifisso in legno.

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Le cappelle con la Madonna del prodigio

Ai lati si aprono quattro cappelle. Entrando a destra, la cappella dedicata a San Giuseppe con il Bambin Gesù. Il bambinello tiene in mano il globo crugigero, simbolo usato soprattutto nel Medioevo che caratterizza il potere regale o imperiale come un potere cristiano, cioè che riconosce la supremazia di Cristo rappresentato dalla croce, sul mondo e sui poteri terreni ovvero la sfera. Sull’altare sono collocati dei candelabri intagliati di artigianato antico, che richiamano le lampade applicate alle pareti nello stesso stile barocco.

Sopra al successivo altare, sempre sulla destra, è presente un tabernacolo e un quadro che ispirandosi alla Sacra Famiglia ritrae la nascita miracolosa della Vergine Maria, simbolo di purezza come i fiori che impugna. I suoi genitori sono Gioacchino e Anna, entrambi santi. Secondo la storia, la loro sterilità li aveva portati all’emarginazione sociale, ma le preghiere di lei vennero ascoltate dal Signore che le concesse un figlio. Sant’Anna è  soprattutto patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti, è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale. Il nome di Anna deriva dall’ebraico Hannah che vuol dire grazia.  Gli angeli celebrano l’evento con la frase “Vere beata es et beatus fructus ventris tui”, tradotto dal latino “Benedetto davvero sei tu e benedetto è il frutto del tuo seno”.

A sinistra, invece, la prima cappella entrando nella chiesa di Santa Lucia, è dedicata alla Madonna di Pompei con un quadro che la raffigura in trono con Gesù in braccio. Ai suoi piedi San Domenico e Santa Caterina da Siena. Maria e Gesù porgono ai due santi la corona del Rosario.

Nella cappella successiva si trova una statua seicentesca della Madonna Addolorata che reca sul petto una spada. E’ la metafora dell’immenso dolore provato alla morte del figlio.  La scritta in latino quos genuisti perdolens gratos hac memoria filios adspice, benigna mater. Guarda con benevolenza, o madre gentile, i figli che hai generato con grande dolore e che ti sono riconoscenti con questa memoria..

A questa icona è legato un evento prodigioso: il 16 agosto del 1796 fece gridare al miracolo la popolazione di Torrice per aver sudato e mosso mani e occhi.

Accanto, anche una statua asportabile della Madonna dei sette dolori, con il cuore trafitto da sette spade perché sette furono i suoi più grandi dolori: la profezia del vecchio Simeone, la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesù a 12 anni, il suo viaggio al Golgota, la crocifissione, la deposizione dalla croce e la sepoltura. Sui lati delle cappelle sono appoggiate due grosse croci lignee.

Le suore e il restauro del “tempio”

La chiesa è tenuta dalle Suore Compassioniste Serve di Maria. Una targa in marmo collocata nel vestibolo ricorda il restauro operato tra il 1976 e il 1977 proprio per iniziativa delle suore, con il generoso contributo del signor Giuseppe Rocco e la collaborazione del devoto popolo di Torrice “il tempio dedicato a Santa Lucia Vergine Martire è stato riportato all’antico splendore”. In quell’occasione venne demolito anche il vecchio altare e ricostruito secondo i dettami della nuova liturgia. Le suore gestiscono anche una scuola materna nei locali contigui.

Le origini in un documento del 1200

Il primo documento storico che cita la chiesa di Santa Lucia a Torrice è del 14 marzo 1298. Una lettera in cui l’arciprete di San Pietro di Torrice informa il vescovo Loterio di Veroli sulle tasse dovute per la chiesa di San Pietro e di Santa Lucia. E’ citata anche in un documento sulle decime triennali del 1331-1333. In questo periodo la chiesa è retta da un abate. Nel 1389 in questo luogo di culto si svolge un pubblico consiglio per stilare una tregua con i ribelli seguaci dell’antipapa Clemente VII che parteggiano per Onorato Caetani, conte di Fondi. Presenti sindaci, ambasciatori e due procuratori di Anagni.

La cripta è la primitiva chiesa di Santa Lucia trasformata in oratorio dopo la costruzione della chiesa nella parte superiore. A metà Ottocento divenne luogo di sepoltura per i confratelli della Confraternita dell’Orazione e della Morte. La sua posizione fuori dalle mura segnò la sua decadenza soprattutto durante la Guerra di Campagna (1556-1557) tra lo Stato Pontificio e la Spagna. E’ definita un’abazia rurale nel 1652 durante la visita del vescovo Argoli di Veroli, con l’obbligo delle celebrazione di una messa durante la ricorrenza della santa. Ma poi venne imposto di celebrarne dodici all’anno, ridotte ancora a quattro. Nel 1667 venne stabilito che un terzo del reddito fosse assegnato al sacrista. Nella prima metà del XVIII secolo è retta da un abate ma non è frequentata dal popolo. E’ infatti residenza di un eremita che nel 1700 è Andrea Ficherius, un francese in Italia per l’Anno Santo.

Poi subentra Perciballi di Bauco che dona una reliquiario di Santa Lucia. Nel 1759 viene affidata al sacerdote don Francesco Annedda, di origini sarde, che avviò dei profondi lavori di restauro anche all’oratorio ma morì prima del loro completamento.  Don Francesco volle essere sepolto proprio in questa chiesa, presso l’altare della Madonna Santissima della Consolazione che lui stesso fece erigere. In seguito alla sua scomparsa, la chiesa fu affidata alla Confraternita dell’Orazione e della Morte che nel 1809 terminò i lavori trasformando l’oratorio, ovvero la primigenia chiesa, in sepolcreto.

FONTI

“Storia di Torrice” di Giuseppe Sperduti (Torrice 1999) –  Capitolo Sesto “L’Ottocento a Torrice” (pagg 121 – 124)

“Torrice ieri e oggi” Guida alla mostra fotografica-antologica a cura di Marco Ranalli e Paolo Emilio Tosti 26 marzo 1988 – 20 maggio 1988 Aula Magna Scuola Media – Associazione Pro Loco Guido Marini

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